Federica Molteni

Federica Molteni: un po’ così, un po’ cosà

di Cecilia Antonia Dambrosio

Fare tante cose, molto diverse legate da un filo rosso invisibile porta spesso a cose straordinarie. È lo strano caso della “Gino Bartali del teatro”: Federica Molteni. Un’eroina silenziosa, la cui vita ha cucito un destino multiforme.

Federica Molteni è un’entusiasmante lettrice ed esperta di letteratura per bambini. In particolare è una formatrice e attrice teatrale. Nel 2008 fonda la compagnia, insieme a Michele Eynard (attore, regista e fumettista), Luna e Gnac.

Questo nome, preso in prestito da un racconto di Italo Calvino, descrive perfettamente il lavoro della compagnia che unisce il teatro al fumetto e la parola al segno grafico. Produce e distribuisce spettacoli teatrali. Crea progetti di promozione alla lettura per ragazzi e per scuole. Organizza eventi teatrali anche in ambienti naturali come parchi e boschi o in spazi alternativi come edifici storici, musei o giardini.

Un corso di teatro che cambia la vita

Federica Molteni inizia il suo percorso come studentessa di lettere. In questo periodo si iscrive ad un corso di teatro: non lo sa, ma quella scelta sarà il suo futuro.

Una donna innamorata della letteratura che diventa arte, trova nel teatro la sua massima espressione. Un legame tra corpo e mente mai sperimentato prima; inizia ad essere un’insegnante elementare ed è lì che comprende l’importanza dell’infanzia e di raccontare storie che siano punti di riferimento per la vita dei ragazzi.

Volevo fare l’insegnante, lo sapevo e lo sarei stata per vocazione. Comincio questo corso semplicemente per passione , come un’attività extra.

La scelta

A seguito di questa esperienza comprende di dover fare una scelta o la scuola o il teatro: sceglie il teatro perché le permette di abbattere le mura scolastiche (troppo strette per contenere l’entusiasmo e l’amore per i libri) ma di non lasciare i ragazzi, di non perdere il filo rosso che la unisce a loro.

Le mura scolastiche mi sembravano troppo strette e troppo pesanti, mi piacevano i ragazzi ma non riuscivo a star dietro alla burocrazia. Era tutto troppo pesante, la passione per la letteratura non bastava.

Inizia il suo percorso nel teatro prima come strutturata (attrice che interpreta testi scritti da altri) e poi decide di essere autrice di ciò che interpreta così da cercare sé stessa in ogni opera.

Il teatro

Un’artista dai mille interessi e dalle mille qualità. Non si ferma mai ed è in continua evoluzione. L’incontro con la regista e drammaturga Carmen Pellegrinelli l’ha aiutata a ricercare nuovi territori espressivi e a dar vita a diverse opere di grande interesse. In particolare nel 2016 nasce Gino Bartali – un eroe silenzioso.

Questa rappresentazione parlerà del giusto fra le Nazioni, di un ciclista, Bartali un uomo la cui vita cambierà con l’arrivo del Duce e del Fascismo. Una storia che Bartali ha sempre tenuto nascosta, perché “il bene lo si deve fare ma non lo si deve dire, che se lo dici si sciupa”. Un ragazzo di 24 anni, con un sogno vincere il Giro d’Italia e il Tour de France nello stesso anno. Non aveva fatto i conti con l’Italia fascista e di un Duce che vuole renderlo l’esempio della sua Italia. Ma Bartali non ci sta e Federica Molteni ci racconterà una storia mai sentita prima (Un estratto dello spettacolo qui).

Ho scelto di raccontare questa storia, perché nonostante Bartali fosse un uomo bruto (così definito da molti che lo hanno conosciuto e descritto), ha fatto un’azione rivoluzionaria per il suo tempo e il contesto storico. La bicicletta è un’oggetto sostanzialmente inanimato ma durante lo spettacolo diventa la base dei sentimenti di un Bartali bambino che crea la giusta atmosfera che porterà a qualcosa di più grande”. Gino Bartali non racconterà in prima persona la sua storia, la storia di un antifascista italiano che aderisce come staffetta alla rete clandestina organizzata dall’arcivescovo di Firenze Elia Dalla Costa, consegnerà questa storia nelle mani del figlio che dovrà parlarne solo alla sua morte.  Chissà quanti eroi silenziosi ci sono, chissà quante storie ancora sconosciute ci sono. La storia di Bartali è utile a tutti noi, non solo perché è una storia di passione, dedizione e sacrificio ma è la storia di chi compie una scelta. Una scelta di vita. Forse queste storie possono aiutare i ragazzi a capire che il mondo è pieno di amore, passione e coraggio.

Federica e le storie di donne

Federica infatti mi parla delle donne. Tanto che ad oggi il suo teatro mira alla ricerca e al racconto di storie al femminile come quella di Alfonsina (ciclista dell’800) definita il diavolo in gonnella (Un estratto dello spettacolo qui).

Dopo Bartali, ho scelto di dar voce alle donne – diverse per il loro tempo – ed ho deciso di seguire una linea al femminile. Infatti sono alla continua ricerca di storie che raccontano le donne; siamo state sacrificate per troppo tempo e a dimostrazione di ciò ci sono i libri scolastici che citano pochissime donne prima del ‘900 e per nessuno questo sembra essere un problema”. Mi parla di come i libri, hanno sempre fatto parte della sua vita, sono stati la sua finestra sul mondo e le hanno permesso di capire da che parte andare in ogni momento. Ad oggi lei è una donna, attrice e mamma differente, è una persona che s’impegna e ha fatto del suo lavoro una missione; un teatro per i più piccoli che diventa un grande teatro.

Federica Molteni nello spettacolo su Alfonsina Strada

Federica Molteni è una donna dalle mille risorse e ci dimostra, ancora una volta, di come nessun percorso è già scritto e tutto deve e può cambiare anche nelle persone il cui destino sembra essere già scritto. Per me è stata una scoperta, spero lo sia anche per voi.

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