Giusy Musso

Giusy Musso: quando il coraggio è donna

di Mariella Massaro

Scrivere è per molti una necessità, qualcosa di inevitabile, a volte persino una cura. Scrivere rappresenta il coraggio della consapevolezza. Diventa la possibilità di trasformare delle emozioni, soprattutto se dolorose, in qualcosa che prende forma e che allo stesso tempo dà un senso al dolore vissuto.

Lo è stato sicuramente per Giusy Musso. La scrittrice siciliana con il suo libro autobiografico Nata a quarant’anni (Edito da Terre Sommerse) ha messo nero su bianco la sua vita. Giusy è nata a Carini negli anni ’60 e la sua storia si è sviluppata in una Sicilia che all’epoca, respirava aria di medioevo. Ha attraversato l’inferno, è stata costretta a soprusi, violenze non soltanto fisiche ma anche psicologiche. Giusy ha sfiorato la follia e il suicidio, ha vissuto per un lungo periodo in un cimitero, “lontana dalla vita”. Ha messo in pericolo la sua esistenza perché si è rifiutata di piegarsi alle minacce. Ne è uscita vincitrice, sostenuta da un’incredibile fede e determinazione. Infatti, dopo aver fatto a pugni con la sua vita, l’ha abbracciata e ha lottato con tutte le sue forze per riprendersi la libertà, la dignità e per ritrovare se stessa.

Ho conosciuto Giusy Musso a Roma lo scorso ottobre, durante la presentazione del suo romanzo al Dima Book Festival e ne sono rimasta affascinata. Ho letto il suo libro tutto d’un fiato, ho pianto, ho provato rabbia e a tratti mi sono sentita impotente. Con il suo stile che si alterna tra narrazione e flusso di coscienza, Giusy cattura per l’intensità delle emozioni che racconta, anche se forti, anche se scomode.

Oggi, guardando indietro ai miei primi trentanove anni, vedo una ragazza, poi una giovane donna, in balia degli eventi tumultuosi che l’hanno trascinata e sballottata, senza che ci fosse la possibilità di opporsi. Ho sfiorato la pazzia, provato a togliermi la vita, urlato il mio dolore, ho pregato e pianto fino all’ultima lacrima, poi un giorno la forza di voler cambiare questa triste realtà mi ha invasa e si è aperta davanti ai miei occhi la via d’uscita. Mi sono esposta a seri pericoli, ma se non lo avessi fatto sarei morta comunque perché alla fine di ogni baratro c’è solo un suolo su cui schiantarsi.
Il coraggio di denunciare

Molto spesso le notizie di cronaca ci raccontano storie di donne che non hanno avuto la forza e il coraggio di denunciare, di dire NO a quanto di ingiusto accade nelle loro vite.

Giusy ha avuto la forza di denunciare, di riappropriarsi della libertà di scegliere, di decidere della propria vita che, anche nella società odierna, non è cosa tanto scontata.

L’esperienza di Giusy Musso è un’esperienza di coraggio e di riscatto sociale, di forza e di determinazione. Esempio virtuoso per le giovani generazioni, per tutti, per le donne che, giornalmente, vivono gli stessi drammi. Oggi, l’autrice è un’imprenditrice piena di iniziative e pronta a collaborare e a testimoniare con forza, per dare voce a tutte le donne che subiscono violenze.

Ho raccontato la mia storia a cuore aperto, senza filtri e senza preoccuparmi di essere “politically correct” perché quello che ho vissuto è stato brutale. La scelta di denunciare la mia storia attraverso un libro nasce dalla mia profonda fede nella scrittura e nell’intimità e complicità che è possibile instaurare con il lettore. Un richiamo sintetico a quel “at tvam asi” – Tu sei questo – esprime bene il potere della letteratura. Individuarsi, riconoscersi e conoscere se stessi. Un viaggio per il lettore e per chi scrive.
La storia di Giusy Musso: un inevitabile “richiamo” alla storia della Baronessa di Carini

Ironia della sorte, Giusy Musso è nata a Carini, paese siciliano famoso per l’amaro caso della baronessa.

Ne avete mai sentito parlare?

Laura Lanza di Trabia, più nota come la baronessa di Carini, una nobile italiana del 1.500. È stata protagonista di una famosa e tragica vicenda siciliana che è stata tramandata per secoli da racconti popolari, cantastorie e sceneggiati televisivi.  A soli 14 anni andò sposa, per volere del padre, al barone di Carini Vincenzo II La Grua.  A nulla servì implorare, protestare, riversare calde lacrime. Laura fu costretta ad accettare il matrimonio sbagliato e combinato, che fu celebrato nel Dicembre 1543, nella Cappella Palatina del Palazzo Reale di Palermo. Allora la donna era considerata come un oggetto, una proprietà da destinare al miglior offerente.

Giusy nel suo libro ci parla di una Sicilia di quarant’anni fa. Una Sicilia moderna potremmo dire, ma che ci ricorda la Sicilia di allora, per il contesto socio-culturale e per la mentalità maschilista che la governa.

La vicenda della baronessa di Carini si concluse tragicamente in quanto, sorpresa in adulterio, fu uccisa dal padre, colpita al petto. La storia di Giusy invece, è una storia di coraggio tutta al femminile, è una storia di riscatto, di rinascita e di speranza.

Il coraggio sociale come impegno per riqualificare la propria terra

Dal 2012 Giusy Musso gestisce il Bed and Breakfast La Casa di Evita che si ispira al messaggio universale della first lady argentina Evita Peròn, da cui il B&B prende il nome.

Nel 2014, il suo omaggio alla straordinaria leader arriva alle orecchie dei diplomatici sudamericani. Vengono in Sicilia per dimostrarle il loro apprezzamento e la loro gratitudine.

La Casa di Evita non è un semplice B&B. È un mezzo per connettersi con il mondo, comunicare e interagire, trasformando l’ospitalità in un’esperienza più ampia. Spesso diventa luogo di eventi, mostre d’arte, presentazioni di libri e raccolte di fondi a scopo umanitario.

Per rappresentare il suo B&B Giusy ha scelto il fiore di Loto, simbolo di rinascita e di purezza dell’anima. Come il Loto affonda le radici nel fango per rinascere e fiorire, così Giusy Musso dopo tanto dolore e buio, è rinata nel coraggio della consapevolezza e delle azioni.

Gestisce anche un blog, con gli appunti di Giusy, attraverso il quale si racconta e condivide le sue esperienze e il suo impegno sociale.

Domani sarò ciò che oggi ho scritto di essere

Giusy inoltre partecipa attivamente, attraverso l’associazione turistica “Evita Touring”, ad azioni finalizzate a valorizzare il territorio natio, senza svilirlo, riqualificando quartieri della città ormai in declino, in sintonia con l’amore profondo che nutre per la sua terra.

Mi piace pensare che io sia il tronco di questa quercia stilizzata sulla saracinesca del mio B&B.
I rami, le foglie, possono muoversi ma il tronco è stabile, saldo.
I rami e le foglie sono l’estensione della vita che fluisce, l’essenza che alberga dentro di me, fondamenta di tutto.
Il coraggio della consapevolezza: il primo passo per il cambiamento

Dovremmo imparare ad abbattere le mura che ci circondano, le invalicabili fortezze, quelle che ci costruiamo ogni giorno con le nostre stesse mani, quelle fortezze che legittimano gli invisibili totalitarismi del nostro tempo ad impedirci di sentirci libere. Perché se è vero che cambiare il mondo può sembrare un’utopia, un sogno irraggiungibile, provare a cambiare se stessi e la propria vita è una sfida possibile e Giusy Musso ne è una testimonianza.

Se ti è piaciuto questo articolo leggi anche l’articolo Francesca Monari e la scrittura come cambiamento.

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