di Mariella Massaro
Care Api Furibonde, oggi vi racconto una storia che somiglia tanto alle favole che i miei genitori mi raccontavano da bambina. Mettetevi comode, vi racconto la storia di Antonia Marchitelli, per tutti Titti.
Molti anni fa, quando Titti frequentava le scuole medie nel suo paese, Putignano, e contemporaneamente studiava musica con l’obiettivo di iscriversi al conservatorio. Suo padre la punì per una marachella, costringendola a restare a casa dopo la scuola, a tempo indeterminato. Titti, come tutte le adolescenti di un tempo ma anche di oggi, perché i tempi cambiano ma le strategie adolescenziali restano le stesse, cercò un modo per raggirare le intenzioni del padre e uscire di casa. Così, un giorno entrò nel salone del parrucchiere di sua madre per una spuntatina ai capelli. Il signor Luigi, proprietario del salone, le chiese se conoscesse qualche amica che volesse, dopo la scuola, fare un po’ di pratica. Ed è così che comincia la storia di Titti e della sua attività che svolge ormai da oltre trent’anni.
Il signor Luigi, primo maestro d’arte e di vita, santo uomo lui ma brava anch’io, tra un rimprovero e un pizzicotto sulle mani per imparare bene a fare lo shampoo e passare la tinta, mi ha insegnato l’arte della cura dei capelli. L’estate seguente mi affidò il suo salone nelle settimane in cui la sua famiglia andava a fare le terme ad Abano. Ero in difficoltà? Ma quando mai! Avevo 16 anni ma quello scettro nelle mie mani, mi piaceva assai!

I sogni oltre il paese
Titti sarebbe rimasta nel suo paese a fare la shampista se il destino non avesse disegnato per lei altre strade. Un giorno infatti, la sua più cara amica Rosanna, aveva all’epoca un fidanzato che lavorava nella grande, sconosciuta e lontana (40 chilometri appena) città di Bari. Una metropoli ai suoi occhi. Perciò le parlò di quello che succedeva nella città agli inizi degli anni Ottanta, al boom economico che si respirava nell’aria e alle possibilità lavorative ed economiche che la città offriva rispetto al paese di provincia. Era in atto un cambiamento e Titti decise di mettersi in gioco e di cominciare una nuova esperienza nella grande città.
La ferrovia del Sud-Est fece la sua parte. Facevo su e giù da un treno che era diventato il mio dopolavoro. Pure un compleanno ci ho festeggiato, con tanto di striscioni e palloncini! Partivo di casa alle 6.30 e ritornavo alle 22.00, ogni giorno per otto anni, fino a quando agli occhi di mio padre ero abbastanza matura per trasferirmi e vivere lontana da casa.


Così Titti cominciò a lavorare in un salone a Bari, giovanissima e desiderosa di crescere professionalmente. La sua determinazione e consapevolezza crescevano di pari passo al prestigio del coiffeur dove lavorava.
Il mestiere lo avevo imparato bene ma non mancavo mai ad un corso di formazione. Il mio capo, Gino Caradonna, mi chiamava 7 minuti: era la media in cui facevo benissimo una piega. Lavoravo senza sosta sette giorni su sette e dove si svolgevano le manifestazioni più prestigiose di allora, lì eravamo noi: Azzurro, Miss Italia, Moda Capri, Portofino… Insomma, in tutto quello che faceva moda negli anni 80/90 io c’ero! Pronta con la valigia in mano a scoprire il mondo e a fare il pieno di emozioni. Quanta bellezza, persistente o effimera ho respirato! Quanta arte mi sono stampata addosso! Quanti sacrifici e rinunce per essere chi sono oggi!
Dopo tanti anni di vita meravigliosa da dipendente, nel 1986 a Titti Marchitelli venne proposto di entrare in società per l’apertura della terza sede del salone in cui lavorava e appena ventitreenne accettò senza esitazioni. Dopo diversi anni ed esattamente nel 2000, aprì il suo primo salone il “TittiMarchitelli coiffeur”.

Alcune volte le società finiscono male, specie se sei l’unica donna in mezzo a tanti colleghi uomini. Devi lavorare il triplo per essere al pari loro. Così nel 2000 ho cominciato a camminare da sola.
Le difficoltà come risorse
Con la pandemia tutte le certezze e i progetti futuri di Antonia Marchitelli andarono letteralmente in frantumi. Il salone costretto a restare chiuso e il troppo tempo a disposizione delle giornate che passavano lente, alimentavano i pensieri e le preoccupazioni.
È stato un periodo davvero difficile. Vivevo in una bolla di emozioni contrastanti. Cominciai a pensare di reimpostare l’ormai obsoleta routine professionale e riappropriami delle cose lasciate a metà. Il cambia-MENTE, così lo definisco, avvenne nel giorno del mio sessantesimo compleanno. Ripensai al mio brand e a quello che avrei voluto che fosse il mio salone d’ora in avanti. Nacque così “Autori di Stile”. Letteralmente, amanti del bell’essere, che vuol dire essere belli nel modo di essere e di stare al mondo. Non bisogna crogiolarsi nella propria confort-zone, perché nei momenti di crisi e di difficoltà il proprio operato e il proprio bagaglio formativo fanno la differenza: se le fondamenta sono salde, puoi vacillare ma mai crollare. L’amore e la dedizione faranno la differenza.
La pandemia, il distanziamento sociale, la solitudine e la lontananza dal suo amato salone, hanno permesso a Titti di reinventare il suo lavoro. Come? Oltre ad essere una fissa dimora per la cura dei capelli, già questa un’arte per le tecniche di colorazione e per le abilità manuali nei tagli, nel suo salone, Titti ha dato spazio alla buona musica, ai libri, tanti libri e ai quadri d’autore.

Oltre ad aver studiato musica, sono un’appassionata delle arti visive, manuali e figurative. Mi informai per frequentare l’accademia delle belle arti ma lo studio non combaciava con la mia professione ormai avviata e così questa fantasia ho dovuto riporla nel cassetto. Ma un sogno l’ho realizzato: nel mio salone oggi si respira e si tocca con mano l’arte in tutte le sue forme. Ho impostato il mio lavoro sul VALORE e suoi VALORI, preferendo la qualità alla quantità e sono alla perenne ricerca di idee. Ho un salone pieno di cose che fanno parte di me, che mi rappresentano in tutto e per tutto.
Eventi musicali e momenti di condivisione letterarie
Il salone Autori di Stile di Antonia Marchitelli mette al primo posto il bellessere delle sue clienti, ma non è semplicemente un salone di parrucchiere, ma uno spazio artistico di condivisione. Le arti, nelle molteplici forme, sono parte integrante della filosofia di Autori di stile.
Autori, attori, musicisti, vengono invitati periodicamente in salone e le clienti fruiscono dei benefici di questa sinergia, creando quel filo magico che unisce le anime sensibili.


Organizzo momenti di condivisione letterarie ed eventi musicali e a Natale, alle mie amiche clienti, regalo teatro o concerti e sono tutte felici ma io di più! “Sentire” il rapporto instaurato con le mie clienti è uno degli aspetti più belli. Quella connessione genuina che va oltre la transazione commerciale, rende ogni visita da noi un momento di connessione e creatività. Quando un’amica scrittrice un giorno mi disse: sei anche una parrucchiera, capii che il mio sogno si è avverato: ho portato le arti a casa mia!
Il salone di Titti è un luogo dell’anima dove la professionalità e la bellezza incontrano l’arte in ogni sua sfaccettatura, perché, come succede in ogni favola che si rispetti, siamo chiamati a perderci in tanta bellezza. E voi siete pronte? Se vi è piaciuto questo articolo leggete anche Lisa Martignetti: la ragazza dei cimiteri e l’arte del commiato.