Alessia Nobile

Alessia Nobile e la sua bambina invisibile

di Mariella Massaro

Alessia Nobile sa che cosa vuol dire per un bambino non riconoscersi nel proprio corpo.

Vi siete mai chiesti che cosa significhi celare per tanto tempo le proprie emozioni, i propri desideri, la propria vera identità?

Alessia Nobile certamente sì. È una donna transgender e oggi vi racconto la sua storia. Nasce a Bari nel 1979 in un corpo di bambino. A soli tre anni ha iniziato ad amare i vestitini e il grembiule rosa delle sue amichette. “Il rosa è per le femminucce” le rispondevano tutti, persino sua madre. Nella testa di un bambino di tre anni, una risposta chiara e rilevatrice non c’è. In principio prende per buono quello che dicono i grandi, gli adulti, ma non si convince e continua a cercare risposte che soddisfino le sue curiosità.  

Ha cominciato a percepire di essere una bambina nel corpo di un bambino e ogni evento della sua infanzia e della sua prima giovinezza è stato vissuto nel frustrante desiderio di essere ciò che non poteva essere. Ha continuato a ripetersi che la sua femminilità non sarebbe rimasta solo un costante pensiero, un forte desiderio. Una volta adulto, all’età di 19 anni, ha iniziato il suo percorso di transizione al Policlinico di Bari per poi completarlo privatamente, imbattendosi così in una società bigotta e stereotipata che condanna, addita ed emargina.

Il percorso di transizione

La transizione è il percorso che una persona transgender, ovvero che non si identifica nel sesso assegnatole alla nascita, decide di intraprendere. Vuole confermare il proprio aspetto fisico e i propri dati anagrafici a quelli a cui appartiene. Il percorso di transizione di Alessia Nobile è stato un percorso lungo ma razionale, fortemente desiderato, seppur partito con molte problematiche e con la disapprovazione della sua famiglia. Venticinque anni fa tutto era molto più complesso, i tempi erano più lunghi e anche gli interventi molto più costosi.

Questa lentezza, anche se sofferta, le ha dato modo di elaborare la sua transizione. Passo dopo passo, le ha chiarito la sua natura di donna incastrata nel corpo di un uomo. Le ha donato la maturità di accettare e di scoprire la sua vera identità.

Alessia Nobile è stata la prima transgender che in Puglia nel 2016 ha ottenuto il cambio anagrafico di sesso senza essere costretta a sottoporsi a un intervento di riassegnazione chirurgica del sesso.

“Ho pian piano razionalizzato la mia natura. Ho fatto crescere i capelli, poi ho tolto la peluria, dopo ho sostenuto l’intervento di rinoplastica, poi quello di mastoplastica. Piano piano ho dato forma al mio aspetto, l’ho disegnato. Mi reputo l’artista del mio corpo. Nascere con un animo femminile non significa saper poi essere donna fuori, sei donna dentro ma devi imparare ad esserlo fuori. Il percorso di transizione è stata una storia da imparare, è stato per me un percorso di crescita, di assegnazione stupendo, lo reputo bellissimo. È stata una nuova realtà del corpo ma anche dell’anima. Giorno dopo giorno ero sempre più convinta di essere una donna. Oggi, nonostante i mille ostacoli che vivo, mi sento donna, io sono donna.”
La sua autobiografia: “La bambina invisibile”

Alessia Nobile ha sempre avuto la passione per la scrittura. Sin da piccola raccontava nelle pagine di un diario i suoi disagi, le sue paure ma anche sogni e desideri. La scrittura è stata per lei una sorta di supporto psicologico, una valvola di sfogo. Ha deciso di scrivere la sua storia La bambina invisibile (edito da Castelvecchi Editore). Pian piano si stavano affievolendo i ricordi di quel bambino che le appartiene e le apparterrà sempre. Temeva che i ricordi della sua infanzia andassero persi.

L’ho fatto per me stessa ma l’ho fatto anche per gli altri. Ho girato tanto, librerie, scuole, eventi, carceri. Non volevo che la mia storia andasse persa, ma che fosse piuttosto una testimonianza, un regalo per la società. La realtà transgender potrebbe coinvolgere chiunque, può nascere ovunque un bambino transgender, spesso si pensa che un bambino transgender può essere frutto di una perversione oppure di una famiglia con problematiche, con violenze familiari. Io sono nata in una famiglia sana e amorevole, ho voluto abbattere questi stereotipi, questi preconcetti.

Il suo libro rappresenta un lungo viaggio introspettivo a ritroso nel tempo, un cammino alla scoperta dell'”io” più autentico e puro. Quello che fonda le sue radici nell’infanzia. Scrivere e pubblicare la sua autobiografia è stata una liberazione, oltre che un atto di denuncia e di accusa contro l’ignoranza e il pregiudizio. Alessia con la sua penna ha la capacità di avvicinare tutti alla sua storia. Ognuno può in qualche modo ritrovarsi, se non per i fatti accaduti, certamente per le emozioni e le prove vissute.

Alla bambina invisibile. Ho il tuo cuore ed è proprio lì che tu vivi con me. Scriverò nuove pagine, di te, di me, non segreti su un diario, ma racconti di vita, emozioni, altri libri. Non ho timore del giudizio, del pregiudizio. Il giudizio ha in comune con la riconoscenza il solo fatto che agisce prima di tutto su chi lo costruisce. Nel pregiudizio c’è il senso del fallimento, nella gratitudine il senso della vita. (La bambina invisibile di Alessia Nobile)
Alessia Nobile: una free activist

Sebbene molto diffusa nella nostra società, la realtà transgender ancora oggi è minata da una serie di pregiudizi e di difficoltà.  Ci sono dei vuoti legislativi, dei vuoti sociali ancora da colmare, oltre che pregiudizi e stereotipi ancora da abbattere. Anche l’informazione diffusa attraverso i social spesso è distorta.

Ancora oggi per le donne transgender è complicato trovare un lavoro e questo dimostra che non basta avere una mentalità più aperta. Sono necessarie piuttosto strategie politiche che aiutino e facilitino la vita delle donne transgender nell’ambito lavorativo ma non solo.

Alessia Nobile si definisce una free activist, portavoce instancabile dell’uguaglianza e forte sostenitrice della parità di genere. Ha avanzato proposte politiche affinché si possano formare degli “operatori di genere” che abbiano il compito di divulgare una corretta informazione nelle famiglie, nelle scuole, nelle carceri, nelle associazioni. Affinché si possa arginare il pregiudizio e edificare una società basata sui diritti per tutti, senza discriminazione alcuna.

La società deve smetterla di essere spettatrice. A noi non basta che la società accetti la nostra natura, abbiamo bisogno che la accolga. Non basta dichiararsi persone arcobaleno per essere dalla parte delle donne transgender. Ci vogliono i fatti.
Le discriminazioni? Non di rado iniziano dal lavoro

Il lavoro, oltre che essere uno dei diritti principali dell’essere umano previsto dalla Costituzione italiana, è un importante motore di integrazione sociale. Risulta essere uno dei principali elementi che determinano la linea di confine fra integrazione ed emarginazione sociale di una persona. Questo sembra essere ancora più vero per una donna transgender. Per una donna transgender il lavoro resta sempre un grande punto dolente in quanto è proprio nei contesti lavorativi che si riconosce la maggiore vulnerabilità alle discriminazioni. Le ragioni delle discriminazioni vanno ricercate nella presenza di nuovi e vecchi integralismi e anche nell’inadeguatezza culturale che caratterizza la nostra società.

Alessia Nobile è laureata in scienze sociali all’Università di Chieti e instancabilmente continua a inviare curricula, senza essere mai richiamata.

Molte donne ancora oggi sono costrette a prostituirsi perché è l’unico modo per autofinanziarsi.
Il lavoro per me è ancora un grande punto interrogativo e lo dico con estrema amarezza. Ho in cantiere alcune idee, forse oggi la cosa più giusta da fare è dar vita a qualcosa di mio e smettere di sperare che qualcuno riconosca le mie competenze.
Quanto avrei potuto fare se avessero creduto in me … ma nessuno ha voluto, forse per vergogna, diffidenza o semplicemente per pregiudizio.
“La bambina invisibile” accolta dal Papa

La chiesa nel tempo ha dovuto fare i conti con il cambiamento creatosi intorno alla questione del sesso e del genere e Papa Francesco con il suo operato è la testimonianza di una certa apertura ecclesiastica che in altri tempi era impensabile.

Il 21 giugno 2022 Alessia Nobile ha incontrato il Papa a Roma, omaggiandolo con il suo libro. È stato un incontro intenso ed emozionante, durante il quale Alessia ha assaporato la bellezza assoluta dell’accoglienza.  Papa Francesco non ha voluto che Alessia si inginocchiasse, gli ha stretto la mano e quando lei si è presentata come una donna transgender, le ha risposto che non gli importava chi fosse, che abbiamo un unico Padre che accoglie incondizionatamente. L’ha invogliata a continuare la sua “instancabile missione”, senza farsi scoraggiare dai pregiudizi, spesso fondati sull’ignoranza e sulla disinformazione. Se Alessia oggi continua la sua instancabile lotta contro ogni preconcetto e contro ogni forma di violenza, è anche grazie all’incontro con Papa Francesco che ha rafforzato in lei la consapevolezza di percorrere la strada giusta, anche se spesso tortuosa e complicata.  

Sono credente. Vengo da una famiglia molto religiosa, cattolica. Frequentavo la parrocchia, ho fatto anche il chierichetto: la fede mi è servita a non perdermi.
Il transgenderismo e l’8 marzo, Giornata Internazionale della Donna 

L’8 marzo è stata istituita la Giornata Internazionale della Donna con l’obiettivo di ricordare le conquiste sociali, politiche e di emancipazione che le donne hanno ottenuto nel corso della storia. Allo stesso tempo è una giornata simbolica in cui riflettere sulle discriminazioni e sulle violenze di genere che ancora oggi colpiscono le donne in ogni parte del mondo. In Italia la prima giornata internazionale della donna è stata festeggiata il 22 marzo 1922. Soltanto nel 1946, su proposta di Rita Montagnana (politica italiana ed esponente parlamentare), Teresa Noce (partigiana e attivista) e Teresa Mattei (partigiana, politica e pedagogista italiana), è stata invece individuata la mimosa come suo simbolo ufficiale, come appunto simbolo di forza, luminosità ed energia delle donne.

Una scelta che si deve alla stagione di fioritura di questo fiore che avviene sempre nei primi giorni di marzo e ai suoi costi abbastanza contenuti. Il giallo inoltre, è il colore che rappresenta il passaggio dalla morte alla vita, diventando così metafora delle donne che si sono battute per l’uguaglianza di genere.

L’ostilità verso le donne transgender

Alessia Nobile denuncia l’ostilità che c’è verso le donne transgender anche il giorno dell’8 marzo in quanto la società le lascia nell’ombra, nella “periferia sociale”. Non bisogna dimenticare che le donne transgender subiscono esattamente lo stesso pacchetto di molestie e discriminazioni che subiscono le altre donne. Con il supplemento legato all’essere transgender.

Vorrei che l’otto marzo non fossimo dimenticate. Vorrei più considerazione, più inclusione.

Io credo che ci voglia coraggio ad abitare un corpo di donna e Alessia Nobile e tutte le donne transgender lo sanno bene, perché ci vuole altrettanto coraggio ad intraprendere il percorso di riassegnazione sapendo che in questa società significa rischiare, valere meno. Infatti, la transfobia è ancora estremamente diffusa.  Il termine transfobia deriva dall’unione del prefisso “trans”, tratto da “transgender” e della parola greca “fobia”, ossia “paura”. La transfobia, però, ha ben poco a che vedere con una paura vera e propria, bensì indica l’odio, l’intolleranza e la discriminazione nei confronti delle persone transgender e il nostro Paese è tra i Paesi europei con più crimini transfobici. Sono oltre 500mila le persone transgender in Italia e il 100% delle aggressioni su strada che avviene ai danni di transgender avviene ai danni di donne e mai di uomini transgender.

Testimonianze

Siamo quasi giunti al termine di questo articolo ma vorrei sottolineare che una medaglia si sa, ha sempre due facce. In questo caso, sulla prima c’è la discriminazione, il pregiudizio. Sull’altra faccia c’è l’inclusione sociale. Io credo che ognuno dovrebbe impegnarsi nel proprio piccolo a favorirla perché fare inclusione sociale è certamente un valore aggiunto per tutti.

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Vorrei concludere la storia e la testimonianza di Alessia Nobile citando un’affermazione di Lea T (pseudonimo di Leandra Medeiros Cerezo) prima modella transgender a diventare il volto di una famosa maison di moda: “Mi definisco una donna, ma sono anche fiera del mio passato transessuale: ne sono così orgogliosa che me lo tatuerei in fronte, per quanto ne sono felice. Non rinuncerei a nessuna lacrima che ho pianto lungo il cammino. E questo ti rende una donna tre volte più forte, perché va contro il mondo.”

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